"La curiosità di visitare la Val di Sole era tanta giacché ne avevo sentito spesso parlare ma non avevo mai avuto l'occasione di visitarla. Arrivata essa sulle ali dell'Arte, con entusiasmo ho accettato l'invito. Ritenevo un onore poter lasciare una testimonianza del mio lavoro in questo posto. Oggi che ciò si è avverato ne sono ancora più onorato. Il tema proposto era quello dei lavori di un tempo, mestieri e modi di vivere la vita di fatica, ancora vivi nella memoria. In questa scelta, determinante è stata l'idea suggeritami dai committenti della meridiana, i signori Tullio e Rosa Boni. Il padre di Tullio era un esperto falegname e costruiva carri per la raccolta del fieno. Da qui la scelta di dipingere il momento della fienagione. La scena è dominata da un grande albero che si staglia nell'azzurro del cielo come simbolo della Natura, nella quale in una visione panteistica l'elemento umano si identifica in essa. La donna che trasporta il fieno sulla testa con il grande telo, è parte integrante di questa visione, in cui Dio è Natura e Natura è Dio. Concetti che ho trovato nelle figure di Tullio e Rosa, persone squisite, che hanno dedicato al vita al lavoro, senza perdere di vista ciò che la vita insegna, e cioè la consapevolezza di ciò che siamo nel contesto della Natura che ci circonda. Allora grazie per la grande amicizia concessami, a don Cintio per l'estrema competenza nell'elaborare i calcoli delle meridiane che unita ad una innata simpatia ci rende onorati di averlo conosciuto. Ed ancora grazie all'associazione Le Meridiane, in particolare alla sua presidente e a Lucia, vero deus ex machina di questo evento, all'amministrazione comunale, agli abitanti di Monclassico e Presson per la grande ospitalità ricevuta. Dice il motto voluto dall'amico Tullio sulla sua meridiana: "El sol magna le ore", ma nulla potrà contro ciò che io porterò dentro di me di questa bellissima esperienza.". (Roberto Nezzi)