GIOELLI D’ARTE A MONCLASSICO E PRESSON

Una prima chiesa dedicata a San Vigilio (ma un tempo egli era affiancato da San Michele Arcangelo, santo caro ai Longobardi e ai Carolingi, quindi ulteriore indizio per una possibile origine altomedievale per un luogo di culto a Monclassico) esisteva già nel 1240; di essa rimane il campanile con bifore e monofore romaniche e una chiave d’arco di portale, datata 1452, inserita sulla parete sud della sagrestia. L’attuale edificio fu costruito tra il 1771 e il 1778 in stile barocco, con la facciata scandita da lesene sostenenti una cornice marcapiano. L’interno presenta affreschi tardosettecenteschi, assegnabili a Pietro Paolo Dalla Torre, sulla volta dell’unica navata e nel catino absidale. La chiesa è ricca d’altari lignei e marmorei; in quello destro sono collocate alcune belle sculture tardogotiche, raffiguranti i santi Rocco, Stefano e Sebastiano. Il pulpito e il confessionale sottostante sono opere rococò di Giovanni Insom di Casez (circa 1797).

Assai più recente è la chiesa di Presson, dedicata alla Madonna di Loreto, edificata verso il 1626 (data sul portale) e consacrata nel 1672 da principe vescovo Sigismondo Alfonso Thunn. L’interno è a navata unica con volta a botte; sul lato nord si apre la cappella ottagonale della Madonna del Carmine conclusa da una cupola a spicchi e coronata da una lanterna. Splendidi gli altari lignei d’epoca barocca ricchi di decorazioni e di sculture. Interessanti sono le tele seicentesche raffiguranti il Trasporto della casa di Loreto e la Madonna del Carmelo. Numerose comunque, sono le espressioni artistiche che caratterizzano gli abitati di Monclassico e Presson: a cominciare, nel centro del paese di Monclassico, sulla piazza della fontana, da una vecchia casa, oggi restaurata, con un grande affresco (oltre 4 metri quadrati) di mano bascheniana e quindi riferibile agli ultimi decenni del ‘400, recante in basso la data 1511.
L’affresco raffigura la Madonna in Trono con il Bambino benedicente ed i santi ausiliatori Rocco e Sebastiano. La raffigurazione è sormontata da un fregio rinascimentale con cinque coppie di sirene affrontate. Esso è accompagnato da una scritta in caratteri gotici, con ogni probabilità aggiunta dopo la peste del 1510, che tante vittime aveva mietuto in Trentino, solo in parte leggibile:

"Dum quis ad hunc fontem bibiturus
venit et gelidam suplicat aquam
...sgagtes (?) memoriam...
...genibus flexis dicat mater ave. 1511
"

(Quando uno viene a questa fontana per bere e supplica di avere l’acqua freschissima memoria con le ginocchia piegate dica: Madre, ave. 1511. Interpretazione e traduzione di Fortunato Turrini).
Non è un caso che già nel 1495 la piazza su cui si affaccia l’affresco venga ricordata nella Carta di Regola come la piazza "della Fontana", per la fontana che si trovava addossata alla casa con il dipinto e che ora si trova spostata verso il centro della piazza; al suo posto oggi, quale ricordo, sorge una piccola fontanella.
Ancora, lo stesso centro storico di Monclassico, caratterizzato da grandi edifici rustico-signorili, è testimonianza di una struttura urbanistica risalente al XVII secolo: l’antico aspetto del nucleo storico di Monclassico è quello del villaggio rustico solandro con le case in pietra e legno le une addossate alle altre, con i tetti in scandole (spesso a forma di mezzo padiglione), i "ponti" in legno e muratura, notevoli portali lavorati recanti in chiave d’arco le date della loro lavorazione. La rete stradale presenta più di un punto in cui i percorsi si moltiplicano dando luogo a strutture edilizie assai articolate: l’antico assetto viario (caratteristici i passaggi voltati detti i "porteghi") e il conseguente rapporto edifici-spazi aperti si è mantenuto inalterato, grazie al fatto che fin dal secolo scorso la circolazione viaria venne portata fuori del paese, verso sud. E allo stesso modo, la recente espansione edilizia ha avuto luogo più verso il fondovalle. E la carte del catasto austriaco del 1859 mostrano chiaramente come fin dall’origine il paese di Monclassico si sia sviluppato per nuclei, ovvero tre: Amblai, sorto ai piedi della chiesa parrocchiale, un secondo intorno alla piazza principale, un terzo alla Ruda, nella zona orientale del paese. A ciò si aggiunga una ben ragionata rete di sentieri e mulattiere di collegamento tra il paese ed i terreni circostanti. Un analogo discorso può essere fatto per il paese di Presson, caratterizzato da grandi edifici anche qui di stile rustico-signorile, con ponti e corti, portali lavorati: una particolare "concentrazione" di begli edifici si trova lungo la strada che attraversa il paese.



L'affresco del 1511 che celebra la fine della peste e l'acqua come infinita risorsa di vita.

Monclassico (TN) - Piazza della Fontana, 2 - Cod. Fisc. e Part. I.V.A. 01840160228
Realizzazione siti internet Cles (TN) - Agenzia Nitida Immagine ©